Rubriche...
RIBALTA cosi come il fermaglio, ma in cuoio.
RICHIAMO Parola o sillaba che si legge in fondo alla pagina (o al foglio). E' la stessa parola o sillaba che si legge all'inizio del testo della pagina successiva; può essere utile per valutare la completezza di un'opera. In realtà serviva per dare chiare informazioni sull'ordine delle pagine ai rilegatori non troppo svegli.
RIGUARDI Sono quelle carte bianche che si pongono volanti in principio e in fine de' Libri: le quali per lo più dagl'ignoranti, e da poco apprezzatosi de' Libri vengono strappate per valersene in vilissimi, e immondi usi. Si pongono esse per preservare i Libri da varie ingiurie e accidenti, di sporcarli, bagnarli, o lacerarli ne' primi e negli ultimi fogli, che sono i più esposti a tutto ciò. Molti usano a farne porre in qualche numero, non solo per meglio conservare i Volumi, massime se in cuojo legati, ma altresì per far sovr'esse notandi; e così serbar illesi e netti i margini de' medesimi. [vedi Cuojo].
RILEGATURA Da rilegare: mettere una copertina definitiva, spesso lussuosa ed artistica, ad un volume (G. Galilei, 1642). Dal latino re-ligare: legare dalla parte opposta.
RILIEVO Parte in superficie della matrice, stampante o nosecondo la tecnica eseguita per riprodurre. Anche il risalto della figura dovuto all'uso di taluni fattori (contrasto di colori, di linee, di chiaroscuro, di situazioni prospettiche, di sporgenza dal fondo, ecc).
RILILATURA dal verbo rifilare: tagliare a filo. Atto o effetto del rifilare (da Piazzi 1939-1940). Nel campo legatario è l'operazione che permette di allineare e pareggiare i tagli delle carte.
RIMONTARE (la lastra) Ripreparare con vernice protettiva la lastra risultata scarsamente incisa dall'acido per riassoggettarla al bagno corrosivo.
RISERVA (dell'immagine) Superficie incisa e stampante. La riserva dei bianchi invece, è l'area della matrice resa specchiante con la pulitura a fondo.
RISGUARDI [vedi Sguardie, Riguardi].
RISPARMIATA (zona) Area della lastra metallica sottratta alla corrosione acida o allo scavo diretto.
RISVOLTO - BANDELLA Nell'accezione del lavoro legatorio è la piegatura all'interno del lembo esterno della copertina (dal Diz. Enc, 1949).
RITENTIVI Prodotti chimici che grazie alle loro proprietà coagulanti o flocculanti agglomerano i vari componenti dell'impasto e ne limitano la perdita durante l'eliminazione dell'acqua per drenaggio sulla tela di formazione.
RITIRO Contrazione metallica sopra una superficie metallica unta o recante tracce di sostanza idrorepellente.
RITMO Il susseguirsi nel tempo dei suoni, forme, dei segni, dei colori.
ROSUME Polvere composta da frammenti erosi ed escrementi prodotti dagli insetti xilofagi durante la formazione del tunnel nella tavola di supporto.
ROTELLA - RULLO E' l'arnese cilindrico dove all'esterno sono incisi dei motivi decorativi, utilizzato per imprimere ornamenti sulle legature; Tecnica ed arnese (piccola ruota dentellata, o puntinata, manicata) utilizzati sia nell'incisione diretta, sia nell'indiretta per imitare alla stampa l'effetto sgranato della matita o del carboncino.
ROTOOFFSET Macchine da stampa di tipo offset alimentate da bobina. All'uscita della macchina vi è normalmente una piegatrice. La roto-offset è adatta per elevate tirature ed è impiegata per la stampa di lavori editoriali, di riviste e cataloghi e di quotidiani. Nel caso di stampati diversi dai quotidiani la macchina è fornita di forno per l'asciugamento rapido dell'inchiostro da stampa.
ROTOCALCO - STAMPA ROTOCALCO Procedimento di stampa diretto che fa uso di una forma da stampa incavografica. E' caratterizzato da macchine rotative veloci e di grande formato. E' particolarmente indicato per la stampa di riviste e cataloghi e, in generale, per stampati a grande tiratura e con abbondanza di illustrazioni.
ROTTO (colore rotto) Aggettivo tecnico relativo ad un colore i cui riflessi sono di un altro colore.
RUBRICA [Dal latino Rubrica e Ruber: ocra rossa e rosso]. La terra rossa era usata per tingere la custodia del volume e l'index, e inoltre per scrivere le prime lettere, il titolo dei capitoli...
RUOTA A STELLA Comando a bracci, per l'azionamento manuale dei cilindri, agente sul piano di stampa del torchio.
SABBIATURA Preparazione della superficie metallica ottenuta a macchina con energici getti di sabbia silicea o graniglia adatta .
SAGRINO Spezie di cuojo granito durissimo, che si crede pelle di cammello, o di elefante; resiste lungo tempo ad ogni ingiuria; con esso si cuoprono alcuni Officj; ma è soggetto a crepare; si tiene in grande riputazione, e perciò poco si adopra.
SAGRINATO Pelle ordinaria acconcia a foggia del vero Sagrino, che facilmente si spela, con essa si cuoprono per lo più i Libri liturgici, o di Chiesa.
SANGUIGNA Gesso rosso,composto di caolino ed ematite, il cui colore varia dal rosso bruno al rosso più chiaro. Molto usato durante il Rinascimento, questo gesso viene ancora impiegato per i ritratti e il nudo.
SAPONE Legati che sieno i Libri in pergamena, molti legatori hanno il vezzo d'insaponarne le coperte, che così attraggono la polvere, e in altre guise restano intrise e imbrattate, ciò essi fanno per farle divenir lustre. Ma il fregarle con un pezzo di carta fa lo stesso effetto, ed è cosa molto più netta ed elegante, restando così ben asciutte, e senza alcun attraente untume. Alcuni l'adoprano nel lavare i Libri; ma vanamente, o dannosamente; mentre le carte non si possono con esso fregare, e sbattere, come i panni lini; che se ciò si facesse, addio carte!
SAPROFITA Organismo eterotrofo che vive di materia organica morta.
SATINATO Lo stesso che lucidato o calandrato.
SBALZO Tecnica (e risultato) del formare figure e disegni in rilievo sulla faccia di una sottile lamiera di metallo, incavando l'altra faccia col cesello e col martello.
SBAVEGGIO Difetto di stampa per cui l'impronta dei vari elementi sulla carta appare non nitida, ma ingrossata o anche sdoppiata. Può dipendere dal cattivo funzionamento delle macchine o da una imperfetta tecnica di stampa.
SCANZÌE Giudicio ci vuole a ordinare l'altezza, la simmetrìa, e la proporzione di esse, avendo riflesso alle varie forme de' Libri; avvertendo che l'ultime e le più basse sieno alcun poco discoste dal suolo, per evitare le ingiurie de' cani, de' gatti, delle scope, e che so io? Saggiamente sotto dell'ultime si fanno casselloni coperti, che servono come di tavolini per istudiare e scrivere dinanzi a' Libri opportuni, e per varj altri usi, come per allegarvi i Libri ancora sciolti fin tanto che si dieno a' legatori; come si vede in questa insigne Libreria di S. Giustina.
SCARTAFASCIO Fogli sciolti, sgualciti e disordinati, talvolta in gran numero e difficili da organizzare.
SC. - SCULP. - SCULPSIT - SCULPEBAT Precede il nome dell'incisore su stampe eseguite in calcografìa. [Dal Latino "scolpì"].SCHIACCIO [vedi Battuta] L'impronta lasciata sul foglio, di carta dalla lastra calcografica dopo il passaggio sotto il torchio.
SCHIZZO Primo aspetto (studio preparatorio) di un' idea o di un'immagine, espresso con pochi tratti rapidi, improvvisi ed essenziali di matita, di penna, di pennello, ecc. Differisce dal bozzetto, che è studio avanzato del progetto, già definito a sufficienza nei particolari, nelle tecniche e negli strumenti incisori necessari.
SCOLIO (chiosa, annotazione) Nell'accezione bibliografica è l'annotazione di studioso ai margini bianchi delle pagine di un libro. Dal greco scholion col derivato di scholiastes da schole: scuola.
SCOMPLETAZIONE Opera stampata in più volumi, della quale al possessore manca uno o più di tali volumi.
SCRIPTORIUM La sala nella quale gli amanuensi eseguivano il loro lavoro di scrittura.
SCRITTURA CANCELLERESCA Usata per i documenti ufficiali delle Cancellerie di Stato nel periodo rinascimentale. Si ispira, nel disegno, all'alfabeto umanistico minuscolo e abbonda di elementi decorativi per la necessità di evitare contraffazioni. Modificata in alcuni particolari, viene denominata "bastarda" in Spagna, "bàtarde" in Francia e "chancery hand" in Inghilterra.
SCRITTURA CAPITALE ROMANA Scrittura codificata dai Romani e costituita dalle lettere maiuscole dell'alfabeto latino.
SCRITTURA CORSIVA INGLESE Scrittura calligrafica in uso dalla seconda metà del XVIII secolo; deriva dalla scrittura cancelleresca e dalla bastarda. È caratterizzata da una inclinazione delle lettere verso destra di circa 45° e dalle legature tra di esse. Nel XIX secolo, corredata da abbellimenti, è stata molto utilizzata per titoli, frontespizi e nelle didascalie delle incisioni litografiche.
SCRITTURA ONCIALE Scrittura costituita da lettere latine; deriva dalla scrittura capitale romana, ma se ne differenzia per la forma tondeggiante di alcune lettere. Il termine trae origine dal latino uncia, cioè oncia, misura romana corrispondente alla dodicesima parte del piede (29,6 cm).
SCRIVERE [vedi Frontispicj] O non si scriva, o si faccia con ogni circospezione, vicino a' Libri ottimi e aperti, affinché sovr'essi non cada inchiostro: come successe ad un nostro bellissimo Codice del Demetrio Falereo G. e L. comentato da Pier Vettori, sopra il quale certo Letterato che l'ebbe da noi in prestito, versò un calamajo, studiandovi appresso e scrivendovi. Io ho veduto pure un bellissimo Tacito illustrato dal Lipsio, in foglio grande impresso nella Plantiniana, molto qua e là regalato di goccie d'inchiostro da chi forse sel fece servire di tavolino, o guanciale. Se pur alcun voglia scrivere ne' margini di ottimi e rari Libri, non dovrebbe che cose assai dotte e utili, come Varie Lezioni, Luoghi Paralleli d'altri Autori, acute Note, Traduzioni dal Greco; come si vede in un nostro Codice Greco dell'Antologia in foglio impresso in Basilea, ne' margini del quale si trovano trecento ventidue Versioni di Greci Epigrammi in altrettanti Latini, inedite, credute da alcuno del celebre Bargeo, scritte con molto bello e intelligibil carattere; come dovrebbe essere quello con cui si scrive ne' Libri; altrimenti spesso lo Scrittore scrive per sé solamente: se pure egli stesso dopo qualche tempo intenda la sua stessa scrittura; come più d'una volta accade. Ciò si vede in un Orazio Aldino appresso di noi tutto postiliato, (per quanto si vede, da dotto uomo; mentre gli scioli incominciano spesso, ma dopo alcune facciate, cessano dall'increscevol lavoro) di carattere però così scomposto, e difficile, che riescono tali postille del tutto inutili, e soltanto difformanti il Volume. Le dotte e belle scritture rendono più pregevoli i Libri, laddove le inette ed oscure li avviliscono, e screditano. Migliore nondimeno è il ripiego di coloro che tutto ciò fanno nelle carte bianche anteriori e posteriori, mentre così viene a conservarsi nitido e decoroso l'aspetto de' buoni Libri.
SEGNALI, o SEGNI [vedi Fiori, Foglie, Orpello] Uso tritissimo de' Leggitori nel chiudere i Libri è di mettere un segno (che alcuni dicono anche segnale o segnacolo) dove da essi si terminò la lettura, per poterla ripigliare e continuare opportunamente. Questi alle volte per varj motivi si moltiplicano in guisa, che appariscono i Volumi quasi inghirlandati con essi, come io ne vidi una gran quantità in celebre Biblioteca, per memoria, dopo d'essersi registrati, di dover accomodare certi difetti, in ciò fare, osservati, ma con tutto comodo e per lungo tempo. E non si accorgono questi tali che ciò è un adescamento mirabile alle mosche, a' tarli, e ad altri insetti per imbrattare e rodere in que' siti allargati, i Libri? Questi segni sono per lo più di carta: ma che diremo di coloro che li fanno di cartone, di legno, di aghi, di drappo, e che so io? Curiosa cosa è quella che si racconta del celeberrimo Pubblico Bibliotecario Magliabecchi di Firenze, per natura non poco stoico, e sordido, il quale leggendo alle volte anche a mensa, nel voler segnare alcun passo per lui opportuno, non avendo altra materia, si valea delle sardelle salate innanzi a lui apposte. Uso plausibile ed elegante è quello che in oggi da molti vien praticato, da far riporre ne' Libri una cordellina di seta attaccata al capitello del Libro, trasponendola qua e là secondo la continuazione del leggere.
SEGNATURA Numero, lettera e sim. che in un volume indica l'esatta progressione dei blocchi di pagine, che sono state stampate in un unico foglio, poi piegato e legato (menz. da Manuzzi nel 1855) [vedi Firma, Datazione, Titolo].
SEGNATURE [vedi Registrare] Spesso si fallano nello stamparsi ne' fogli de' Libri; onde prima di giudicarne per ciò alcuno imperfetto, si consultino i numeri, e i richiami de' fogli stessi.
SEGNO Traccia di un evento grafico (linea), pittorico (tocco della pennellata), gestuale o strutturale, espressione della personalità dell'autore.
SEPPIA Inchiostro bruno. Si ricava dalle vesciche di inchiostro della seppia fatte essiccare al sole e mescolate in acqua bollente con gomma arabica e zucchero candito. Appare in disegni del sec. XVII ma è correntemente in uso solo dal sec. XIX.
SERIGRAFIA - STAMPA SERIGRAFICA Procedimento di stampa diretta che fa uso di forma da stampa permeografica. E' adatto a stampare su qualsiasi supporto per mezzo dell'inchiostrazione di un telaio matrice. E' caratterizzato da una grande intensità di inchiostrazione. Può stampare anche su oggettistica purché piana.
SEZIONE AUREA Rapporto geometrico tra due entità bidimensionali a e b, tale che (a+b) : a = a : b, ossia tale che la parte maggiore sia media proporzionale tra la parte minore e la somma delle due. Già nota presso i Greci, è considerata un valore proporzionale ideale; ad essa vengono riferiti anche alcuni fenomeni naturali, quali la crescita delle piante e degli animali, in alcune loro parti. Nella forma geometrica più semplice, la sezione aurea (chiamato anche rapporto aureo) stabilisce la divisione di un segmento in modo che l'intero segmento stia alla parte maggiore come questa sta alla parte minore. Con questo termine si designa la proporzione fra due grandezze il cui rapporto è più o meno uguale a 1,618. Gli artisti del Rinascimento vedevano in essa la divina proporzione, l'armonia perfetta.
SEVO [vedi Olio].
SGORBIE Arnesi con lame di varia foggia (piatte, ad angolo, concave, ecc), usati come scalpelli per intagliare legni e linoleum.
SGUARDIE - RISGUARDI Le pagine (in carta pesante) poste all'inizio e alla fine del libro e che non fanno parte dei fascicoli e quelle incollate alla parte interna dei piatti.
SICCATIVI Vernici che si uniscono agli inchiostri oleosi per elevarne la rapidità di essiccazione.
SILHOUETTE Disegno costituito dal solo profilo di una figura, completamente annerito o riempito di colore in modo uniforme, su uno sfondo generalmente bianco. Il termine deriva da Etienne de Silhouette (1709-1767), uomo politico francese che, come passatempo allora in gran voga, amava ritagliare su carta nera ritratti costituiti dal solo profilo del volto.
SILOGRAFIA - XILOGRAFIA Tecnica d'incisione in cui si asportano dalla faccia piana di una tavoletta di legno le parti non disegnate (da Marchi, 1841). Dal francese xylographie (1771 tecnica d'incisione). L'incisione xilografica fu utilizzata in Cina probabilmente già dal VII secolo, l'arte xilografica orientale raggiunse il suo apice nel XVII secolo con la diffusione anche in occidente degli Ukiyo-e (v.) (stampe giapponesi).
SINOPIA Usato nell'antichità per gli affreschi, questo colore rosso veniva da Sinope, città situata sul mar Nero in Asia Minore.
SINTESI ADDITIVA del COLORE Mescolanza di colori luce, ottenuta per sovrapposizione di fasci luminosi, definiti in base alla loro lunghezza d'onda. Nella sintesi additiva sono colori primari il blu, il rosso e il verde, la cui somma genera il bianco. La fotografia e la televisione si fondano su tecniche basate sulla manipolazione del colore luce secondo i principi della sintesi additiva.
SINTESI SOTTRATTIVA del COLORE Mescolanza di colori pigmento, basata sui tre colori giallo, magenta e cyan, la cui somma genera il nero. Le tecniche pittoriche e quelle di riproduzione a stampa di illustrazioni a colori si basano sul principio della sintesi sottrattiva.
SITO, o SQUALLORE Stando lungo tempo i Libri rinserrati in luoghi terreni, umidi, nitrosi, e di malo odore, contraggono molti difetti, come salsedine, muffa, macchie rossigne ec., cose che fanno indebolire, marcire, e sfarinare infin le carte più consistenti; tutto ciò i Latini chiamarono Situm et squallorem. Per tal cagione, non molti anni sono, andarono a male in certa casa Nobile di Padova molti preziosi Volumi, fra' quali ancor la rarissima e preziosissima Bibbia Complutense del celebre Cardinale Ximenes in molti tomi in foglio.
SLABBRATURA Rottura delle pareti del solco inciso, come conseguenza della corrosione acida prodotta oltre il necessario.
SNERVAMENTO Infiacchimento della matrice causata dalla pressione del torchio o dell'usura della tiratura.
SOLE [vedi Inarcare] Offende le coperte de' Libri, se non ne vengano riparati; inarcandosi, e raggrinzandosi senza rimedio.
SOLUZIONE Miscela di due o più componenti, chimicamente definiti, uno dei quali (solvente è in quantità preponderante rispetto agli altri (soluti).
SOLVENTE Sostanza perlopiù liquida (petrolio, benzina, acquaragia, trementina), capace di sciogliere altre sostanze (vernici protettive ed inchiostri) conservandone la natura chimica. Anche componente chimico della soluzione mordente.
SORCI [vedi Gatti, Librerie] Gran nemici de' Libri. Temendone il Petrarca, accarezzava la sua famosa, e co' versi celebrata Gatta, che imbalsamata ancor si vede nella casa da esso abitata in Arquà, villa ne' colli Euganei. Assai curiosa burla fecero i sorci una notte al nostro Comino. Il giorno innanzi avea egli riposti in iscanzìa di sua bottega tre Corpi dell'Opere di Ovidio divise in tre tometti in 12 della recension Burmanniana, impresse in Ollanda, portatigli dal legatore di fresco ben legati in pergamena. Tutti nove i Volumi furono in una sola notte nelle coperte rovinati da' topi; avendo voluto far pruova qual d'esse riusciva la più gustosa al palato. Converrà per tanto che i Bibliotecarj si forniscano di quegli antidoti che la natura, e l'arte hanno inventati contra di essi.
SOVRACCOPERTA Foglio stampato posto a protezione della copertina.
SPALLA Nella parte superiore di un carattere tipografico, parte non occupata da una lettera (da Carena, 1820).
SPARTO Graminacea a foglie tenaci, utili per cordoni, stuoie, carte; cresce in Tunisia, Algeria, Spagna. E' coltivabile anche in zone poco irrigate.
SPECIMEN Saggio, campione pagina o fascicoletto di saggio di un'opera distribuito a fini pubblicitari (Diz.Enc. 1960). Voce inglese del 1610.
SPREPARAZIONE Eliminazione dalla matrice delle sostanze acido resistenti mediante adatti solventi.
SPRUZZI [vedi Colore].
SQUILIBRIO Assenza di conveniente bilanciamento dei pesi-masse della composizione, evidenziata dalla stampa rovesciata dall'incisore.
STABILITÀ DIMENSIONALE Requisito della carta che regge invariate le proprie dimensioni anche dopo l'assorbimento d'acqua, o che ne contiene le modificazioni entro limiti tollerabili.
STAMPA "Impronta" (menz. da Dante nel 1321). Particolare tecnica che permette di riprodurre uno scritto, un disegno e sim. in un num. illimitato di copie uguali partendo da un'unica matrice (volg. Stampa, menz. da Ferraiolo nel XV sec). Termine di derivazione francese stampon: pestare.
STAMPA ALTA Modo di stampare la matrice calcografica inchiostrata a rullo, con effetto in negativo.
STAMPA A RILIEVO Tutte le impressioni a stampa originate da una matrice le cui parti inchiostrate e stampanti sono appunto quelle rilevate; stampa tipografica, stampa silografica perché da matrici fuse o intagliate "a risparmio".
STAMPA PIANA Anche "stampa in piano"; della stampa d'arte o industriale che si avvale di matrici manualmente o fotomeccanicamente predisposte in modo che una parte accoglie un'inchiostrazione a rullo mentre l'altra, al contrario, la rifiuta o, per infrapposti diaframmi, non giunge al supporto; stampa litografica e stampa offset, stampa serigrafica ecc.
STAMPA INCISA Anche, stampa "ad incavo"; espressioni con le quali si distinguono, da tutti gli litri, quei procedimenti tecnici di incisione e di stampa che sono mediati dagli incavi comunque prodotti nella matrice; altrettanto genericamente, stampa calcografica.
STAMPA A CARATTERI MOBILI Tecnica inventata in Occidente dal tedesco Johann Gutenberg intorno al 1440 e poi perfezionata in circa un decennio. Consisteva di tre elementi essenziali: i caratteri mobili di metallo fuso, l'inchiostro grasso ed il torchio tipografico. Per la fabbricazione dei caratteri si seguiva questo procedimento: per ogni lettera o segno tipografico bisognava anzitutto fabbricare un "punzone" di metallo duro, ossia un bastoncino alla cui estremità aveva inciso in rilievo il carattere. Il punzone serviva a battere una "matrice" di metallo meno duro dove l'immagine veniva impressa in incavo. A questo punto si metteva la matrice in una forma permettendo così la fusione, in tanti esemplari quanti occorrevano per eseguire la stampa desiderata, di caratteri di metallo di stagno o di piombo sui quali il segno tipografico risultava in rilievo come sul punzone. La difficoltà consisteva nel trovare metalli e leghe di durezza diversa affinchè il punzone non si rovinasse troppo dopo aver battuto solo poche matrici, le matrici non si consumassero troppo rapidamente ed infine i caratteri si potessero facilmente inchiostrare e non si deteriorassero troppo in fretta con l'uso. Sembra che i primi punzoni fossero di ottone o di bronzo e che si adoperassero matrici di piombo. Sicuramente con l'introduzione dell'acciaio per i punzoni e del rame per le matrici si ottenne un prodotto migliore. I caratteri propriamente detti avevano problemi analoghi: sicuramente i primi tipografi sperimentarono più metalli fino a giungere ad una lega di stagno, piombo ed antimonio, alla quale talvolta aggiungevano piccole quantità di argento e di ferro. Le differenti proporzioni usate fra i metalli spiega la differenza di qualità e di durata dei caratteri. Varia era l'altezza dei caratteri, ossia la distanza tra la faccia superiore e la base, e quindi ogni libro ci ha tramandato, attraverso una propria identità, la caratteristica delle singole officine. La seconda operazione era la composizione della pagina, il cui procedimento era il seguente: si prendevano i caratteri occorrenti da vari cassettini e si mettevano in un piccolo recipiente a forma allungata componendo una riga, all'incontrario di come poi risultava stampata. Le righe venivano poste in una tavoletta tra due interlinee che servivano a tenerle separate. Infine venivano raggnippate in una pagina e poi le pagine erano riunite in una forma. Le fasi successive erano l'inchiostrazione della forma attraverso un tampone, il posizionamento del foglio di carta sopra i caratteri ed infine l'utilizzo del torchio per imprimere i caratteri sulla carta.
STAMPA A SECCO Quella eseguita con matrice non inchiostrata.
STAMPABILITÀ Insieme delle caratteristiche di una carta che la rendono particolarmente adatta alla ricezione di un grafismo inchiostrato. Tali caratteristiche sono legate in modo particolare alla finitura superficiale, alla resistenza superficiale e all'assorbimento-affinità di inchiostro.
STAMPATI COMMERCIALI Sinonimo di stampati che non siano libri, riviste, quotidiani od imballaggi.
STAMPATI EDITORIALI Sinonimo di libri, di ogni tipo, formato e mole.
STAMPATORI CELEBRI Gli amatori de' buoni Libri debbono conoscerli tamquam ungues digitosque suos. Il Chiarissimo Gio. Alberto Fabricio in fine del Tomo I della sua Biblioteca Latina ne tesse un lungo Catalogo; ma siccome molti di quelli in Italia son poco noti, così io, traendoli per lo più da esso, ne registrerò qui i più da noi conosciuti, per i loro cognomi posti per via d'alfabeto, pronunziandone alcuni nel numero plurale, perché varj discendenti dal primo, seguirono ad illustrare l'Arte Tipografica; lasciando per altro di annoverare gli antichissimi, benemeriti essi pure per avere copiati immediatamente i Codici MSS. Sono adunque per lo più: Ascensio, Asolano, Basa, Bellero, Blaew, Bombergio, Cesio, Cholino, Chovet, Colinéo, Commelino, Cramoisy, Cratandro, Crispino, Doleto, ab Egmond, Elzevirj, Episcopio, Frellonio, Frisio, Fritsch, Frobenj, Froscovero, Gimnico, Gioliti, Giunti, Goltzio, Griffj, Hackj, Hervagio, Jansonj, Isingrino, Juvene, Maire, Manuzj, Memmio, Milangio, Morelli, Moreti, Nivellio, Nuzio, Oporino, Patissonj, Perna, Petri, ad insigne Pinus, cioè Anonymus Augustæ Vindelicorum, Plantino, Quentelio, Rafelengio, Rielio, Rovillio, Seldoniano Teatro in Oxfort, Stefani, Tiletano, Torrentino, Tornesj, Turnebo, Vascosano, de Vogel, Wecheli, e Wecheliani Eredi, Wetstenj, Winter. Ce ne sono varj anche a' giorni nostri in Italia che meriterebbero d'essere nominati con lode; come in Bergamo, Bologna, Brescia, Firenze, Lucca, Napoli, Padova, Roma, Torino, Venezia, Verona ec. specialmente per certe celebri Opere da essi accuratamente pubblicate; ma ciò più opportunamente faranno i nostri posteri.
STATO La condizione di variazione della matrice o della stampa. Lo stato ne presuppone altri che lo prec edono e/o lo seguono ma può essere anche unico.
STEMMA Complesso di figure e motti che costituiscono il contrassegno di un personaggio, di una famiglia, di uno stato o di un ente.
STENDER FOGLI [vedi Lavare].
STRETTEZZA DE' LIBRI Utilissima cosa è il tener ben fissi e stretti i Libri nelle scanzìe, affinché non s'inarchino le coperte, e i Libri non perdano la lor buona forma; restano così anche difesi dalla polvere, e da varj insetti; traendone alcuno fuor d'esse per usarlo, se ne sostituisca un altro della stessa mole in sua vece.
STREVI. Vedi LEGARE. Così si chiamano volgarmente da' legatori quelle picciole striscie di pelle, spaghi, o cordicelle alle quali si attaccano i fogli nel cucire i Libri. I nostri antichi li usavan doppj e per lo più di forma piana e quadrata, e riuscivano vaghi e fortissimi; non debbono essere di pelle colorata, ma naturale: altrimenti, inumidendosi, comunicano il colore a' margini interiori de' Libri.
STRINGHE [vedi Cordelle].
SUMPTIBUS [vedi Impensis].
SUPER LIBROS Decorazione impressa sui piatti o anche sul dorso della legatura di un libro contenente il nome del possessore o il suo stemma.
SUPPORTO Superficie idonea a ricevere l'inchiostro o l'impronta della stampa, ovvero il colore in pitturaci tratto nel disegno, ecc.
TABACCO Erba usatissima a' nostri tempi, benché sordida, e bene spesso sporcante le vesti; e massime i Libri con macchie indelebili. Confesso il vero, e in ciò la mia debolezza, io ho sempre temuto che i nostri Libri fossero danneggiati da' cani, e da' tabacchisti; quando i primi entrano nella Libreria, e gli altri ne aprono, e maneggiano i Libri, principalmente stampati in carta distinta, rari, e legati con eleganza.
TAFFETTÀ Tipo di tessuto di seta (per fodera e ombrello).
TAGLIARE, o TONDERE [vedi Margini] Tagliare i margini de' Libri poco e diritto, è solo de' diligenti legatori; ne' Libri nuovi ciò per lo più dipende dall'averli prima giustamente piegati. Un Macrobio Cominiano in carta turchina malamente piegato, e perciò pessimamente tonduto, fu da me fatto pagare dal legatore. Molti impazienti Leggitori, e poco apprezzatori de' Libri tagliano i fogli chiusi ed interi de' Libri legati alla rustica, o in cartone, con così mala grazia, e senza adoprare affilato coltello, che ne rovinano bruttamente i margini, adoprando per ciò o le dita, o grossa stecca, o altro poco atto stromento.
TAGLIO (di testa, di piede e davanti) Le parti superiori, inferiori e anteriori dei margini dei fogli (quello anteriore è concavo). Anche i tre lati esterni di un libro non cuciti dalla Legatura.
TAILLE-DOUCE Letteralmente "taglio dolce", "incisione al..."; per indicare più specificatamente l'intagliare direttamente e manualmente a bulino una lastra metallica - rame, zinco, ottone, acciaio tenero - secondo un preordinato proposito figurativo e quindi destinata a svolgere il ruolo di "matrice" per "stampa ad incavo" o calcografica; ricorrente espressione di lingua francese divenuta di uso internazionale per alludere alla generalità delle tecniche incisorie e dei fogli a stampa calcograficamente moltiplicabili.
TAMPONE Cuscinetto di cotone, o di feltro, manicato e rivestito di pelle o d'altro materiale, con cui si batte l'inchiostro calcografico steso sulla superficie metallica della matrice per costringerlo a penetrare nei solchi scavati.
TARLATANA Tessuto di cotone rado e leggero, apprettato impiegato per asportare l'inchiostro dalla matrice da stampare.
TARLI I tarli, cioè i loro perforamenti, quando sono interlineari, come si veggono per lo più; schifando essi a tutto loro potere l'amarezza dell'inchiostro tipografico; riescono accomodabili da' più pazienti e diligenti amatori de' Libri, come era il Signor Abate Verdani, che tanti ne ajustò: ma quelli che intaccano lo stampato, (de' quali pur accade d'osservare) sono del tutto irremediabili.
TARSIA Manufatto ligneo o lapideo realizzato mediante la giunzione di pezzi variamente sagoma al di sopra di una lastra di supporto. Distinta dall'intarsio, anch'esso costituito da pezzi variamente sagomati ma collocati entro gli incavi praticati nel piano di base. Il criterio operativo è il medesime sia che si tratti di tarsia lignea o lapidea, derivando la composizione in entrambi i casi dall'accostamento di essenze legnose o specie litoidi di colorazioni e testure diverse. Nella tarsia lapidea in particolare si segnala la produzione del commesso fiorentino realizzato nell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze a partire dal 1574 e costituito da pietre dure, preziose e semipreziose fissate con mastice a lastre marmoree.
TASSELLO Nell'accezione legatoria è la parte rettangolare o quadrata in pelle, applicata sul Dorso della Legatura [vedi voci], dove è stampato il titolo del libro.
TAVOLA - TAVOLA FUORI TESTO Pagina, Foglio di un Libro con illustrazioni, figure riproduzioni e disegni (menz. Da G. Ruscelli nel 1566). Per Tavola Fuori Testo si intende di solito una "tavola" inserita dal tipografo, bianca al verso, esclusa dalla Paginatura [vedi voce] del libro.
TAVOLE Queste erano adoperate frequentemente nel legar Libri da' nostri antichi, o tutte, o in parte fornite di cuojo, armate di borchie, o punte, di cantoni, di passetti e scudetti; ma col tempo tarlandosi, era cagione che gli stessi Libri soggiacessero alla perforazione de' tarli. Ora più sottili si adoprano ne' soli Libri liturgici, o di Chiesa, come Messali, Corali, Breviarj, ec. In Germania principalmente se ne usarono, e forse ancora se n'usano, di grossissime, coperte di pelle di porco variamente improntate.
TECNICA Complesso di regole e di pratiche da seguire nello svolgimento del lavoro incisorio.
TECNICA MISTA Incisione di una o più matrici elaborate con due o più tecniche e conseguenti esiti grafici in bianco e nero o a colori.
TEDESCO, LORENZO Questi in Padova fu un eccellente legatore d'ogni maniera di Libri, pel corso di molti anni. Gran quantità a noi ne legò, e quasi tutti i Cominiani in Carta Romana, o Turchina, in cuojo, o in purissime pergamene, con carte dorate. Protestava egli più volte d'aver non poco approfittato nel suo mestiere per varie nostre avvertenze. Morì poco fa quasi improvvisamente, lasciando un buon allievo dell'arte sua. Prima di lui fu pure in Padova un altro Tedesco perito legatore per nome Matteo, che ci legò molti Libri, e tra gli altri il S. Gaudenzio con gran distinzione, e innanzi ad ambedue ci fu un Padovano per nome Ermenegildo Ambrosini, il quale a niuno cedeva in fortezza di braccio nel battere i Libri, e nel fortemente e decorosamente legarli; di questo pur molto ci siamo serviti.
TELA DI FORMAZIONE Rete multistrato ottenuta con fili in poliammide o poliestere fabbricata ad anello senza giunzione. Ha il compito di sostenere la carta che si sta formando e di lasciar fluire l'acqua con facilità. La faccia interna deve avere elevata resistenza all'usura meccanica (durata di almeno 6 mesi).
TENDIFELTRO Congegno a rulli applicato al torchio calcografico per reggere la flanella in costante tensione.
TESTA contr. di Piede [v.]. Distanza tra i margini superiori del foglio e della matrice stampata.
TESTATINA Fregio decorativo che si trova all'inizio di un testo o di una parte di questo (ad esempio all'inizio dei vari capitoli, o anche dei paragarafi ecc). Spesso è lo stesso fregio usato per i finalini [vedi voce].
TESTO Qualunque scritto di un autore, prescindendo da note, chiose o traduzioni (menz. da Dante 1304-1308).
TEXTURE Espressione di lingua inglese per indicare l'alterazione visiva e/o tattile della continuità li una superfìcie liscia o uniformemente campita ad opera di segni, rilevati o piatti o incisi e, per rimando impressivo, a secco o inchiostrati; grafici se, da una superficie stampante, quali segni fra loro più o meno ordinatamente aggregati in tratteggio se replicati ad incrocio e sui primi sovrapposti e accorpati in tramatura, se conseguenti all'accumulo più o meno diradato di un granulato antiacido o no in granitura, e in tanti altri modi e restituzioni.
TINTA Sin. di colore (come dal cerchio di Oswald, dal prisma di Newtoln, dallo spettrodi Helmholtz).
TIPOGRAFICA ARTE L'Invenzione di essa accaduta circa gli anni di Cristo 1450 o poco dopo, in Magonza, com'è la più comune opinione, fu veramente cosa affatto mirabile. Nondimeno adhuc sub judice lis est, se maggiori utilità, o danni siansi da essa agli uomini cagionati. Daremo qui una sorta ad alcune di quelle, e di questi. Primieramente conserva, colla facile moltiplicazione degli Esemplari, l'Opere de' buoni Autori in maniera, che non ci è più pericolo che si perdano, come infinite se ne son perdute a cagione de' pochissimi MSS. che di esse si fecero, e farsi poteano, e per la spesa, e pel lungo tempo che in essi si ricercava. Si provvede a' poveri studenti col somministrar loro a discreto prezzo i necessarj Libri: a' benestanti si facilita lo studio colle belle unioni che si son fatte, e si fanno, delle varie Versioni della Scrittura, colle Poliglotte, colle Raccolte de' Concilj, de' Padri, de' Critici Sacri, delle Leggi, de' Medici, degli Storici, de' Poeti, e simili: si hanno gli Autori Greci colle lor buone traduzioni Latine a canto; i Latini colle Italiane, e d'altre lingue ancora: ajuta la Chiesa co' Libri liturgici incessantemente impressi colla tanto utile, e comoda distinzione del rosso inchiostro e del nero: promuove la devozione de' Fedeli con ottimi Libri ascetici; la divulgazione de' dogmi necessarj, e la promulgazion del Vangelo, co' catechismi: ajuta le arti colle istruzioni; acuisce in somma gl'intelletti con tutte le scienze; e procura di perfezionare la memoria colle storie, cronologie ec. e la volontà co' Libri insinuanti i buoni costumi, e ciò quanto al Sacro e al Morale. Quanto poi al Politico e all'Economico: Illustra le Città, e le intere Provincie dove accuratamente viene esercitata: ajuta gli Autori a pubblicar l'Opere loro, rendendoli presto celebri dapertutto: riempie in pochi anni le Librerie pubbliche, e private di ottimi Libri: sparge con somma facilità le nuove in qualunque genere per tutte le parti del Mondo: arricchisce gli stampatori, e i libraj, i padroni delle cartiere, e i venditori delle carte, facendo così utilmente impiegare una infinita quantità di straccj che andrebbero a male: impiega e provvede gli scrittori, o copiatori, i correttori delle stampe, i Bibliotecarj, gl'intagliatori, e i fonditori, o gittatori, de' caratteri, e bronzi, i disegnatori, o pittori, gl'intagliatori nel rame, e nel legno, e gl'impressori nel primo, i componitori, i torcolieri, ed altri operaj nelle stamperie, librerie, e cartiere; impiega spesso i falegnami, i fabbri, i tornitori, i tagliapietra, i manipolatori dell'inchiostro, i battiloro, i legatori de' Libri. Promuove lo spaccio del piombo, dello stagno, dell'antimonio, della marchesetta, del bronzo, dell'acciajo, del ferro, del rame (non però dell'argento, come alcuni troppo semplici hanno scritto, e creduto) dell'oro battuto, del bosso, delle pelli, della lana, delle setole, delle spugne, de' panni, de' zendadi, delle pergamene, del negro fummo, del cinabro, e di varj altri colori, della vernice, dell'olio di lino, e di oliva, delle legna, della cenere, e che so io? Di modo che pare che, siccome Dio creò l'uomo dopo d'aver l'altre cose create, affinché subito come, dopo di lui, di tutt'esse Signore, lo assistessero, il servissero, e l'ajutassero; così abbia tardato tanto a far comparire al Mondo questa quasi di tutte l'altre Regina, nobilissima Arte, affinché dalla maggior parte di esse, già stabilite, e perfezionate, fosse assistita, ajutata, e servita ne' suoi bisogni. Ora io accennerò alcuni de' danni che pajono apportati agli uomini dall'Arte Tipografica; o, dirò meglio, da chi ingratamente l'abusa; in quella guisa appunto che i funesti incendj debbonsi piuttosto attribuire agl'inconsiderati custodi del fuoco, che ad esso, donatoci dal suo Facitore per ajuto, consolazione, e ristoro. Per mezzo di lei adunque viene introdotta l'empietà, e l'eresia, a cagione de' Libri qua e là divulgati che le contengono e insegnano: insinuata la disonestà, e gli amori profani per via di molti altri, osceni e lubrici, in verso ed in prosa: fomentata la vanità, la curiosità, e l'oziosità co' Romanzi, colle Novelle, Storie ideali, e galanti: introdotto il Pirronismo, o sia incertezza di tutte le cose, per le troppo varie opinioni intorno ad esse: nutrita l'infingardaggine, col porgere troppi ajuti negli studj, senza lasciar luogo agl'ingegni d'esercitarsi nell'inventare: cagionata la perdita d'interi patrimonj, collo stamparsi Libri inutili, e di grande spesa, che ingombrano le botteghe ed i magazzini del tutto inutilmente, per colpa alle volte di capricciosi uomini che li suggeriscono come ottimi a poveri ed ignoranti stampatori; che avrebber bisogno del bello e raro miracolo che pura carta e bianca li facesse ritornare, da impiegarsi in Libri migliori: arrecata confusione alle umane menti per l'eccessiva moltiplicità de' Libri, non sapendosi omai a quali più appigliarsi: vengono oppressi i non molti buoni Libri (in paragone) da infiniti cattivi ed inutili: e resa sfrenata l'adulazione colle Poetiche continue Composizioni, e indeficienti Raccolte per ogni leggier motivo, ec. ec. Ma tutte queste cose, che pajono veramente dannose, vengono compensate, a parer mio, a dismisura dalle utilità di sopra accennate; tanto più che quelle sono pubbliche, e da tutti approvate: e le più perniciose fra queste si fanno furtivamente, e perciò più di rado, vegliando molti occhi per impedirle; e tutte, per lo più, l'altre vengono da' buoni e giudiciosi biasimate, e bersagliate. Tanto poi è vero che una tale Invenzione fu buona, che subito si vide partecipar della qualità del Bene, di cui si dice essere diffusivum sui, essendosi in pochissimo tempo propagata in tutta l'Europa, avendo posto il piede anche nella stessa Costantinopoli, dove, quantunque i Turchi non l'usino, seguendo a scrivere i loro Libri, pure ivi si sono stampati de' Libri Ebraici, da me veduti. Nell'Armenia non si stampa, ma certi pii e dotti Monaci Armeni venuti in Venezia, a' quali è stata assegnata per abitazione l'Isoletta di S. Lazzaro, fanno colà stampare molti buoni Libri nel loro idioma con gran pulitezza, e diligenza, e squisitamente legati li mandano in Armenia, dove sono ricevuti come tesori, per la bellezza, novità ed utilità di essi. Fra gli altri io vidi una Sacra Scrittura in quarto, tanto ben'impressa ed ornata con fregi, finali, iniziali, e figure, che mi fece maravigliare. Ultimamente passò altresì nell'America, cioè nel Messico, possedendo ancor noi un Libro ivi stampato; per rarità, registrato nella II Appendice della nostra Libreria. L'artificio di stampare che si trova nella Cina, assai più antico del nostro, è da esso differentissimo. S'intagliano le Lettere Cinesi in lunghe tavolette cogl'interstizj fra le molte pagine in esse incise: poscia con certo loro particolare inchiostro s'imprimono o colle mani, o con qualche a ciò adattato strumento, su certe carte, o tele cartate, sottilissime, che pajon di seta, e di bambagia tessute, della lunghezza delle tavolette; le quali si piegano a suoli, a guisa delle pezze de' panni, o d'altri drappi: e, perché non hanno mai appresa l'industria di stampare al rovescio, piegando i fogli, restano gl'interiori delle carte (che non si tagliano, ma si lascian doppie) affatto vuoti di lettere, e bianchi. Nella Classense Libreria in Ravenna io vidi certe Vite de' Santi scritte o dal Ribadeneira, o dal Villiegas tradotte in Cinese e nella Cina stampate, come cosa rara. Bisogna che i Cinesi tengano in gran riputazione i lor Libri, mentre pochissimi ne capitano in Europa; laddove tante altre lor merci vi si veggono, come e. gr. chicchere per bere il Caffè. Di quelle tavolette hanno una quantità prodigiosa, mentre in esse sono intagliati moltissimi Libri; gli occorrenti esemplari de' quali impressi che abbiano, le ripongono in magazzini una sovra l'altra, a guisa delle tavole de' nostri fornaj; per adoprarle opportunamente altre volte, finito che abbiano d'esitare le copie de' Libri con esse già stampate, e in ciò pajon più scaltri di noi, che arrischiamo spesa tanto grande in carta, e in lavoratori sì nelle stampe, come nelle ristampe de' Libri, benché l'ingombro e l'imbarazzo sia quasi lo stesso; appresso di noi, de' colli: appresso di loro, delle tavole. Se una tal'Arte sia stata introdotta nell'Affrica, a me non è noto, e molto ne dubito. Da tutte le condizioni di persone è stata ben accolta. Chi la esercita, o assiste con gran diligenza, benché non divenga per lo più molto ricco, (avverandosi anche in ciò il proverbio tritissimo, che presto, e bene non si conviene, e il festina lentè, del celebre Aldo Manuzio) ad ogni modo acquista appresso gl'intendenti un nome immortale, che, al dire della Scrittura, è migliore di molte ricchezze, melius est nomen bonum, quam divitiæ multæ; e a costui si possono adattare alcuni altri detti di essa, benché espressi ad altro proposito: Diligens typographus in benedictione erit; ab auditione mala (a cui sono del continuo soggetti i negligenti) non timebit: & melius est modicum illi, super divitias negligentium multas.
TIPON Duplicato di una fotolitografia.
TIRATURA Sin. di Edizione (v.), gruppo di esemplari ricavati a stampa dalla lastra metallica. S'intende precisamente il totale delle stampe in esemplare impresse da una matrice comunque concepita e manualmente elaborata e, perché stampa originale d'arte, numerate; senza, quando si tratta, invece, di stampa industriale a grande tiratura (libri, affìche ecc); variante di tiratura se e quando l'edizione non è omogenea per materiali ecc.
TIRO Aspetto colloso dell'inchiostro da stampa.
TITOLI I titoli de' Libri, che i nostri antichi scrivevano su le schiene di essi, per lo più, con grosse lettere, dall'alto al basso, riuscivano incomodi, convenendo torcer il collo per leggerli. Ora si scrivono più ragionevolmente in alto, poco sotto al capitello, da sinistra a destra. Gli antichi, o mal fatti, si cancellano coll'acqua forte, insieme co' numeri, lettere ec. Alcuni affatto gli ommettono, per non dar ansa a' ladri di rubar i Libri. Ciò però da altri non viene approvato; parendo così come morte le Librerie a chi entra in esse per trar saggio di lor ricchezza, scelta, e preziosità. In oltre i possessori di esse privano se stessi del letterario piacere che potrebbero avere nell'andarne spesso rileggendo i titoli, e nel rinfrescar la memoria de' Libri in esse conservati, per valersene alle occasioni o per sé, o per li ricorrenti studiosi: i quali pure restano defraudati dell'utilità che riceverebbero in far cognizione e pratica di buoni Libri nell'andarle scorrendo; potendosi alle volte suscitar nelle lor menti di belle idee per illustrare qualche utilissimo argomento, o materia, a cagione de' Libri allora da essi osservati, e per innanzi a loro del tutto incogniti, i quali verrebbero letti perciò con profitto notabile della Letteraria Repubblica. Finalmente, siccome moltissimi Libri per lunga stagione sogliono giacersi nelle Librerie per far numero, e soltanto mostra di sé, non ostante che sieno indicati da' loro titoli; tanto più inutili rimarranno in tali Librerie spogliati di essi. I titoli poi convien farli sugosi, e precisamente indicanti lo scopo dell'Opera; il che non è per tutti, ma solo per chi ne ha ben conceputo l'idea. Debbono in oltre essere dritti, ben formati, e scritti; essendo cosa assai strana veder Libri preziosi, rari, e nobilmente legati, con titoli scritti di carattere incondito, e barbaro, ovvero con cartelli di lettere goffissime, e spesso fallate; bonum enim, ex integra caussa; malum, ex quocumque delectu [vedi Cartelli, Furti, Librerie, Titoli Burlevoli]. Nella Libreria de' PP. Cappuccini di Bergamo, lasciata loro in deposito, da cento forse e più anni, da un Muzio affine di darla a' Gesuiti, ogni qualvolta fossero ricevuti di permanenza in quella Città, in un angolo di essa osservai un Libro iscritto: Libro per i curiosi. Pensando io tra me stesso che Libro questo esser potesse, sapendo esservene di materie assai strane, e bizzarre, lo trassi dal suo ripostiglio, e m'accorsi essere un pezzo di legno formato a somiglianza d'una schiena d'un Libro in foglio, della estensione di cui non era capace quell'angolo. Di ciò s'accorse il P. Bibliotecario, e mostrò dispiacere di tal burla toccata a me; ma io risi, dicendo che ben mi stava, essendo io appunto in tal materia nel numero de' più curiosi. Io ho conosciuto un certo Ecclesiastico, per altro studioso ed erudito, che avea varie scanzìe piene non di Libri, ma di cartoni di essi colle loro iscrizioni: come pure un legatore di Libri, che traendo a molti intatte le coperte di cartone colle loro iscrizioni, per legarli più nobilmente in varie maniere, e mettendo queste ordinatamente attorno alla sua bottega, con esse fa credito di buon Librajo; e venendo voglia ad alcuno di vedere gli apparenti Volumi, si esime sempre dal mostrarglieli con qualche colorata scusa, o d'essere già venduti, o d'averne contratto con altri, o che so io?
TITOLI FALSI Alcuni ignoranti legatori, o libraj volendo far di testa i titoli a' Libri loro, prendono di grossi granchj.
TOMO Sezione, parte di un'opera a stampa (da M. Buonarroti il giovane, 1612). Dal greco Tomos derivato dal verbo temnein: tagliare.
TONO Grado di alleggerimento (col bianco) o di incupimento ( col nero) di una tinta.
TORCHIO La prima e più semplice macchina da stampa (da M. Buonarroti il giovane, 1621). Dal latino torculu[m]: che serve a torcere.
TORCOLIERE - TIRATORE Addetto al torchio. Colui che applicava la carta al timpano, chiudeva la fraschetta, faceva scorrere il carrello portaforma sotto il torchio, tirava la leva per l'impressione, e quindi estraeva il foglio stampato. Nel 1500 in una giornata di lavoro ogni torchio doveva produrre circa 2500 impressioni. Al torchio operava, in alternanza, anche il Battitore [vedi voce].
TORRE RACCOLTA SOTTOTELA Vasca che raccoglie l'acqua drenata attraverso la rete di formazione ricca quindi di fibre, sostanze di carica, coloranti e altri composti dell'impasto.
TRAMONTANA Questa è dannosissima alle Librerie. Un esempio compassionevole si è di ciò veduto qui in Padova nella buona e copiosa Libreria de' nostri PP. Carmelitani Scalzi, nella quale, benché difesa da essa con grossissimo muro, penetrando, danneggiò gran quantità d'ottimi Libri; al qual'infortunio non s'è neppure abbastanza ancor rimediato col foderare il suddetto muro di massiccie tavole di larice. In altra Città pure, un'abbondante e sceltissima Libreria restò così danneggiata dalla Tramontana, che convenne altresì ripararne le mura con grosse tavole dello stesso legno; e nondimeno si segue sempre a risentirne il danno, coll'annerirsi i Libri; cosicché in quella parte alla Tramontana soggetta si collocano i Libri più comuni, ordinarj, e di poco valore.
TRASCRIVERE Occorrendo di copiare un qualche passo alquanto lungo da' Libri, o per sé, o per altri, copiato che sia, conviene incontrarlo, per assicurarsi di sua integrità; mentre l'occhio facilmente scorre da una parola simile poco distante, ad un'altra; ciò che succede frequentissimamente a' compositori de' caratteri nelle stamperie, che per tal cagione lasciano fuori e parole, e periodi interi degli Originali che copiano, chiamando essi tai falli col nome di pesci, alludendo forse al proverbio di prendere un granchio, cioè una cosa per l'altra, Chi vuol far ciò facilmente, e più sicuramente, prenda seco a tal confronto un amico. Così nelle stamperie si rilevano questi sbagli col leggere i caratteri già composti, mentre un altro ascolta cogli Originali sotto degli occhj.
TRASPOSIZIONE DE' FOGLI Accade alle volte che certi curiosi prendano in mano fogli de' Libri che attualmente si stanno cucendo da' legatori; i quali poi riposti fuor d'ordine, così ancora sieno inseriti ne' Libri; o sia che per altro accidente ciò accada, come nel malamente registrarli, o piegarli; certo è che in molti Libri s'incontrano fogli trasposti, e mal collocati, cosa disgustosa a' leggitori di buon gusto, e non così facile a ben rimediarsi. Per colpa ancora degl'imperiti, o negligenti legatori si trovano spesso mezzi fogli, o carticini fuor di luogo, benché ci sieno le solite tipografiche linee per indizio di doverli tagliare, e riporre a' loro siti. [vedi Carticini].
TROMPE L'OEIL Tecnica che cerca di dare l'illusione della realtà e in particolare della profondità, attraverso l'uso sapiente delle tecniche della prospettiva. [Dal francese, letteralmente "inganna l'occhio"].
TURCHINA CARTA Tasso, Bernardo, Libri II Inni, Selva, Egloghe, Elegie 8 Ven. per Gio. Antonio da Sabio 1534 è il più antico Libro ch'io abbia veduto impresso in carta Turchina, o piuttosto cinericia. Antico costume è stato appresso varj Stampatori d'imprimere alcuni esemplari di qualche lor Libro in tal carta. Si crede da parecchj essere succeduto ciò per istanza d'alcuni imperfetti di vista, e massime per dilatazion di pupilla, mentre disgregandola il bianco colore, questo l'unisca e conforti. Ma siccome ciò si otterrebbe assai meglio pel color verde, come si vede negli Orefici che per tal'effetto adoperano lo smeraldo, si potrebbe ricercar da più d'uno perché piuttosto non siasi adoprata, e non si adopri appunto perciò carta di color verde. Rispondesi; non usarsi nelle Cartiere altra carta che bianca, e turchina, che si fa cogli straccj di tele tinte d'un tal colore col guado, (Lat. Glastum) erba che conserva il colore turchino, con cui si tingono molte tele usate dalle donne, e da varj bottegaj ne' lor grembiuli, e che so io; il colore degli straccj delle quali tele resiste al grave e lungo pestìo nell'acque delle Cartiere, quantunque alquanto si dilavi, e ismarriscasi: laddove altre tele, almeno in abbondanza per poter far carta, d'altro colore col guado non s'usa a tignere; e senza guado omnino evanesceret. Curiosa fu l'opinione di chi asserir volle che una volta per iscarsezza di bianca carta, la turchina usurpassesi. Se ciò vero fosse, moltissimi si troverebbero Libri in somigliante carta stampati; laddove, essendo rari, come suol dirsi, a guisa delle bianche mosche, convien conchiudere, che sempre se ne sieno impressi pochissimi o per rarità, o per bizzarra, o per comodo, e istanza di qualche particolare. Per conferma di ciò; nella insigne Libreria di questo Seminario, dove saranno circa ventimila Volumi, un solo se ne vede in carta turchina; ed è il Petrarca col Gesualdo in 4. Si possono per tanto chiamare tali Libri Bibliothecarum Cimelia. Noi nella Cominiana, imitando gli antichi, abbiamo fatti imprimere di varj Autori qualche esemplare in tal carta; che volesse Iddio si trovasse ora così fina ed elegante come era quella adoperata dal Giolito, e come è quella con cui gli Ollandesi involgono i lor finissimi fili (appresso i quali qui non si sa che s'usi con essa a stamparsi Libri) che riuscirebbero più graditi e plausibili: mentre qui una tal carta si lavora con gran negligenza, e di tele ordinarissime; potendosi appena da una intera risma trarre pochi quinterni di tollerabile per la stampa. Alcuno potrebbe stupirsi perché tali libri si vendan notabilmente più cari dei comuni, quando anzi la sostanza della carta di essi pare più inferiore e più vile. Ma il prezzo non vien dalla materia, ma dalla rarità, o, dirò meglio, singolarità di essi. Mi ricordo d'aver vedute in Venezia certe Sedie di paglia lavorate in Londra, il di cui valore intrinseco non eccedeva cinque lire Veneziane, e pure per esser uniche, furono vendute una lira sterlina per ciascheduna. Una rapa notabilmente sorpassante l'ordinaria grandezza dell'altre fu ricompensata da Francesco I Re di Francia con molto danaro; conservandola involta in nobil panno di seta sovra un suo tavolino; benché a tal ricompensa fosse egli eccitato da qualche altro motivo, cioè di gratitudine in lui, e di buon cuore, e semplicità nel povero donatore.
UMBONE Piastra metallica stampati in carte deboli e floscie, come sono molte di Germania, tarlandosi in modo affatto miserabile.
UNGUENTI I poco apprezzatori de' Libri mescolano fra essi, vasetti d'olj, e d'unguenti, i quali poscia facilmente versandosi, gl'imbrattano orribilmente, e irremediabilmente.
UNGHIA - CASSA La parte sporgente dei piatti della legatura oltre il margine dei fogli. E anche bordo interno del Piatto, oltre lo spessore dei fogli.
VARIANTE In filologia parola o frase che due testi di una stessa opera riportano in modo diverso (da Tommaseo Bellini, 1879).
VARIE LEZIONI [vedi Lezioni Varie, Scrivere, Postille] Gli eruditi Oltramontani ne fanno tanto conto, che ne' Cataloghi de' loro Libri le accennano come circostanza che accresce il prezzo di essi. Diversi Libri ho io veduti corredati di Varie Lezioni, e Note scritte a mano degli eruditi Scioppio e Singlitico; e alcuni ne possediamo.
VELATURA Aspetto della matrice metallica non pulita a fondo. In tale condizione, passata al torchio, produce una stampa d'effetto morbido e di tono unito.
VELINA (carta) Tipo di pergamena più bianca e delicata della pergamena normale (da P. Giordani, 1818). Di solito la carta velina viene posta come protezione alle Tavole [vedi voce] inserite in un libro.
VELLUTO [vedi Felpa].
VENDITORI DI FORMAGGIO, e DI SALUMI Debbono visitarsi spesso dagli amatori de' Libri, mentre del continuo ne comperano e di stampati, e di manoscritti, per involgere le loro merci. Poggio Fiorentino ebbe la gran fortuna di ritrovare appresso uno de' secondi, in Francia le Istituzioni Oratorie di Quintiliano, benché molto malconcie, e le portò a Roma, dove furono la prima volta da Francesco Campano pubblicate nel 1470 in foglio.
VINO Ci sono alcuni che facendo professione di dilettarsi più di rare sorte di Vini, che di Libri, benché non del tutto ignoranti, e privi di essi, per mostrar disprezzo de' molto più studiosi di loro, tenendo fiaschi pieni, dietro ad alcune scanzìe, invitanli alle volte a veder la lor Libreria, e fingendo di trarre da essa alcun rarissimo Libro, ne traggon fiaschi e bottiglie di preziosi liquori: ma un di costoro pagò poco fa il fio di tal lepidezza e canzonatura, mentre versandosene uno in ciò fare, macchiò bruttamente un'intera scanzìa d'ottimi Libri sottoposta a quella de' fiaschi, con macchie indelebili: e così come dir si suol per proverbio, la biscia beccò il ciarlatano.
VENTRE Parte inferiore della lama del bulino formata dalle facce laterali adiacenti.
VERGELLA Filo metallico, che teso con altri, forma la trama necessaria a trattenere l'impasto della carta nella feltrazione.
VERNICE Sostanza (liquida o solida) che protegge il metallo dall'acido. Difende le zone libere dai tratti disegnati, oppure ricopre quelle sufficientemente corrose dal mordente.
VERNICE MOLLE Sostanza acidoresistente, ad elevato contenuto di sego, che la mantiene sempre molle. La tecnica omonima, che di esse riserve, consente di riprodurre le impronte di carte e di materiali vari premuti sul metallo preparato, o disegni decalcati da fogli a diversa grana sovrapposti allo stesso.
VERSO Lato posteriore di un Foglio. Contr. di Recto.
VIGNETTA Dal francese vignette temine collegato ad ornamenti a forma di tralci di vite, dal precedente termine francese Viticio che l'Oudin traduce in vignette d'un livre (1640). In origine fregio a forma di foglia o tralcio di vite, poi "incisione che serve ai tipografi per ornamento delle stampe, ed usasi segnatam. al principio od al fine dei libri o dei capitoli, ed in capo e fine delle pagine..." (A. Guadagnoli 1840).
VIRAGGIO Passaggio di una materia da un colore ad un altro.
VISCOSITÀ sin. di densità [v.]. Proprietà dei fluidi per cui gli stati della materia, per attrito interno, incontrano resistenza a scorrere gli uni sugli altri.
VITELLO [vedi Cuojo] Le pelli di quei d'Ollanda, ben colà acconcj e preparati, riescono venustissime per legar Libri; ma, al solito di tutte l'altre pelli, si sfregiano, e sperano agevolmente.
VOLTE DELLE PERGAMENE Uso antico, imitato spesso ancor da' moderni, è quello di far le volte alle pergamene, o semplici, o foderate con cartoni; a' quali ancora si fanno, quando si legano con essi alla rustica i Volumi; è cosa utile, e difende i Libri dall'incartocciare i margini superiori, e inferiori.
VOLUME [latino Volumen]. Cosa avvolta, rotolo. Composto da strisce di papiro incollate in successione e avvolte intorno a un cilindro di legno.
VUOTO sin. di Negativo e contr. di Positivo (v.). Parte della matrice metallica priva di segni scavati, poiché conserva la levigatezza, alla stampa fornisce il bianco assoluto. Nella stampa alta, ed in alcuni processi particolari, le zone scavate e solcate rappresentano il vuoto anziché il pieno.
XILOGLIFIA Tecnica molto antica di incisione su legno in rilievo. La lastra utilizzata per l'incisione è una tavola di legno tagliata nel senso delle fibre (legno di filo) e scavata col temperino o la sgorbia.
XILOGRAFIA [vedi Silografia].
ZIBALDONE quaderno (libro) con una miscellanea (vedi voce) di memorie, riflessioni ed appunti (B. varchi 1565). Parola di origine veneziana.
ZINCOGRAFIA (zincotipia) Tecnica di incisione in rilievo su una superfìcie metallica. Il disegno è riportato a penna, a pennello o si avvale della fotoincisione, su una lastra di metallo (rame o zinco), che viene immersa in successivi bagni di acido. La tecnica è chiamata anche gillotage.
ZOCCOLO Spessore in legno che serve per uguagliare la matrice metallica all'altezza dei caratteri tipografici (2,3 cm).
ZONA NON-IMMAGINE [vedi Vuoto].
ZUCCHERO (maniera allo) Tecnica indiretta dell'incisione calcografica, che utilizza un liquido sciropposo zuccherato e, successivamente, la granitura all'acquatinta per render d'immagine e i toni.