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Aprile / Maggio 2010
Il nostro taccuino comincia dalla selezione delle piante migliori per far carta: fibre lunghe, candide e setose. Il ficus carica senz'altro soddisfa benissimo le nostre aspettative. Ma per fare il taccuino ci avvarremo di molte altre piante: passiflora, posidonia, cotone, paglia, sparto...
Il fico, all'inizio del suo risveglio vegetativo, viene mondato di tutti i suoi polloni radicali. Scorticato in un secondo momento subisce una prima veloce cottura a vapore. Successivamente, rimossi germogli e nodi cicatriziali, verrà immerso nella liscivia: bagno fortemente alcalino di ceneri combuste.
La polpa si folla con solerzia fino ad una tale raffinazione che ne consenta la sfibratura a mano.
L'asciugatura della pasta cellulosica avverrà all'aperto ma non alla luce diretta del sole: pazienti mani allargano le fibre per accelerare l'operazione.
Infine, la polpa dispersa nel grande tino del lavorente, viene pescata dal vaglio di legno ayous. Abbiamo così prodotto i nostri primi fogli di carta al fico.
Giugno 2010
Il nostro Giardino de' Semplici è in piena fioritura. Il piacere di approfittare delle stagioni per migliorare la qualità del nostro manufatto, consiste primariamente nella selezione delle piante selvatiche che in questo momento dell'anno si esprimono superbamente. E' il caso della Calaminta Nepeta, una specie selvatica di menta dal profumo orientale e delicato; il timo, la lavanda, il rosmarino, il basilico, ecc. La distillazione d questi preziosi olii avverrà in corrente di vapore: un metodo arabo, brevettato da Avicenna, che ci consentirà di raccogliere anche le sostanze profumate più volatili della pianta. Estrarremo queste essenze per profumare, ma solo a fine lavoro, il nostro manufatto.
Il fico offre le prime carnose foglie che, adeguatamente cucinate nel grande bollitore con cremore tartaro e allume di potassa, si tradurranno in una ricca gamma di verdi dai toni cupi al pastello incredibilmente stabili.
Anche il grano è stato appena mietuto e il fusto e foglie della spiga vengono premurosamente selezionate, battute, e ammollate per tre settimana in acqua e cenere d'olivo.
Contemporaneamente si predisporranno i nuovi telai/casci per far carta. Un lavoro molto attento che prevede virtù di sgorbia sui dettagli ed un lungo e dovizioso trattamento del legno, anche a mezzo di encausticazione a caldo di cere e resine naturali, per rendere il telaio resistente alle ripetute immersioni in acqua.
Luglio/Agosto 2010
Le fibre cellulosiche delle nostre piante sono ormai cotte e lisciviate: candide e avoriate. Vengono adesso battute con vera energia sulla pietra di calce con un grosso maglio di legno di fico stagionato. Questa operazione, detta anche 'follatura', consentirà alla nostra fibra di ridursi in pasta conservando la preziosa stuttura filamentosa nella sua originale lunghezza.
Dopo alcuni successivi bagni può essere finalmente dispersa nel tino d'acqua per essere pescata con il nostro vaglio. La grammatura dei nostri fogli prescide dal rapporto fibra / acqua ed è determinante per stabilire una misura di robustezza della carta. Ogni foglio si somma in altezza sul precedente intervallato da un sottile feltro.
Con la spugna marina si elimina di volta in volta l'acqua in eccesso e, ultimata che è la posta, si procede con la pressatura. La pressa a colpo ha un gran volano che consente di stiacciare le fibre e saldarle tra di loro. I fogli resteranno più di dodici ore sotto pressione.
Il caldo sole di luglio finirà il nostro lavoro asciugando le nostre preziose carte.
Settembre 2010
Settembre è il mese dedicato ai colori. Lidia e Laura fanno un bagno tintorio alle nostre carte nel verde del carciofo, nell'indaco d'Africa e nel rosso e ocra delle terre di Otranto.
Ottobre/Novembre 2010
L'antica tipografia di Alberto Buttazzo a Lecce, stampa a caratteri mobili in piombo le 'isole' del comunicare Mediterraneo che Stefano Petrucci ha attentamente selezionato. C'è grande attenzione alla costruzione del registro, alla scelta del carattere. Occorre dire poi che la stampa tipografica ha forte intensità espressiva e calore nella lettura.
Contemporaneamente nei laboratori cubiarte si realizza l'acquaforte a rilievo del Karagöz. Andrea De Simeis, per la coperta, ha scelto due figure del teatro delle ombre turco. Ben rappresentano lo spirito del taccuino e, stampate a secco sui piatti si rilevano in segni chiari e gibbosi, sensibili al tatto.
fino a Gennaio 2011
Stampati i nostri fogli e le coperte, non resta che cucire al torcoletto i taccuini. La tessitura è bizantina incrociata, provvista di capitello e controcapitello. Lidia De Simeis e Valentino Curlante sono rilegatori provetti e cuciono e abbassano le grossezze con stecche d'osso e cera d'api. Ilenia intanto distilla il timo che profumerà la coperta.
Il risultato è un legato cartaceo di grande effetto. Curriculo di grandi esperienze della storia del libro. Memoria e testimonianza di antiche tradizioni. Così come piace a noi!
Taccuino Mediterraneo |